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Tant que mes yeux...

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[ Traduzione di Claudio Angelini ]

 

 

Tant que mes yeux pourront larmes épandre

A l'heur passé avec toi regretter,

Et qu'aux sanglots et soupirs résister

Pourra ma voix, et un peu faire entendre ;

 

Tant que ma main pourra les cordes tendre

Du mignard luth, pour tes grâces chanter ;

Tant que l'esprit se voudra contenter

De ne vouloir rien fors que toi comprendre,

 

Je ne souhaite encore point mourir.

Mais, quand mes yeux je sentirai tarir,

Ma voix cassée, et ma main impuissante,

 

Et mon esprit en ce mortel séjour

Ne pouvant plus montrer signe d'amante,

Prierai la mort noircir mon plus clair jour.

 

 

*

 

Finché dagli occhi…

 

Finché dagli occhi potrà stilla scendere

piangendo il tempo che con te ho passato,

se, fra sospiri e guai mi sarà dato

tanto di voce ancor per farmi intendere,

 

finché potrà la mano al liuto tendere

corda, e il fascino tuo ne sia esaltato,

e finché trovi il cuore mio ostinato

a volere soltanto te comprendere,

 

non sono pronta ancora per morire,

ma quando senta gli occhi inaridire,

la voce rotta, e la mano tremante,

 

e la mia mente nel mortal soggiorno

che più non possa dar segni d’amante,

offuschi morte il mio più chiaro giorno.


 Alessandra Ponticelli Conti - 10/05/2012 11:31:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Una poesia molto bella, restituita in una traduzione fedele e musicale nel rispetto del sapore petrarchesco che la caratterizza. Complimenti e grazie per avere proposto " La belle Cordière".

 Luciana Riommi Baldaccini - 07/05/2012 20:10:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Mi piace molto nella traduzione di Domenico. Bravo!

 Domenico Morana - 07/05/2012 15:04:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Molto, molto bella...




Fintanto che dagli occhi pianto spanda
sul tempo che con te passai dolente
e tra singulti e aneliti vincente
levi la voce e ancora a una domanda;

se a corde tese in grazia di ghirlanda
per te sul liuto delicatamente
le dita mie a cantarti siano intente,
paga se al tuo il mio spirito rimanda,

non m’auguro di giungere alla foce.
Ma quando ad occhi asciutti la mia voce
sia spenta e reggersi non dia sostegno

e l’anima nel mio mortale giro
d’essere amante più non mostri segno,
si oscuri pure il mio chiaro respiro.

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